campagna


Anche la Calabria è scesa in piazza per la difesa della 194 qui la sua pagina Facebook

Due sono state le iniziative che si sono svolte in questa regione l’8 marzo:

cosenza– un sit-in di protesta e di sensibilizzazione a Cosenza organizzato per l’8 marzo 2014 il  Io Sono Mia, di fronte l’ospedale Civile dell’ Annunziata.
L’azione puntava a sensibilizzare i/le passanti sulla situazione attuale tramite volantinaggio, e a protestare contro l’ospedale che non garantisce di fatto la piena applicazione della 194

reggioa Reggio Calabria invece le donne sono scese “In piazza per coinvolgere le ragazze e i ragazzi che rappresentano il nostro futuro, a cui va trasmessa la storia delle nostre conquiste passate e con cui continuare a lottare per affermare i diritti delle donne, che sono anche i diritti di tutt*!”

La campagna maipiùclandestine muove i suoi primi passi a Salerno.

Trent’anni della legge #194 in Campania.

Giovedì 13 maggio alle ore 18.00 a Spazio Donna (piazza della Ferrovia)

loc psd (altro…)

Oggi la pioggia non ci ha fermato, come annunciato eravamo in Piazza del Popolo a mettere in scena la “via crucis” che una donna si ritrova a fare nel caso in cui decida di interrompere la sua gravidanza.

Una manciata di stazioni che rappresentavano i luoghi dove prova ad andare una donna (rappresentata da una “pupazza” dal vestitino viola) per poter abortire. In ognugno di questi posti risposte a dir poco scoraggianti, arrestano il percorso della “pupazza”, che talvolta si ritrova a dover ricorrere alla clandestinità per poter abortire e spesso con l’esito di un alto rischio di morte.

Durante la performance stampa e curiosi si sono avvicinati per seguire la “processione” della donna in viola  che dalla farmacia al consultorio incessantemente provava a trovare una via legale per poter abortire.

Ringraziamo le donne e le associazioni presenti e che hanno aderito alla campagna per la piena attuazione della 194.

Femministe Nove  e Laboratorio Donnae

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1 marzo 2014

Piazza del Popolo (lato Pincio)

dalle ore 15.00

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siamo anche state intervistate se vuoi ascoltarci vai sul link di radio MFLA

 

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Sabato 1 Marzo
ore 15.00
Piazza del Popolo, Roma

#maipiùclandestine
Campagna in difesa della 194

Sabato 1 marzo parte #maipiùcladestine, campagna in difesa della 194, legge per la tutela sociale della maternità e sull’interruzione volontaria della gravidanza. A promuoverla diverse realtà, associazioni, collettivi e singole donne da anni impegnate nella perenne battaglia contro chi questa legge tenta in tutti i modi di minarla.

Sulla scia delle proteste spagnole, nate da una proposta di legge del governo di centrodestra che vuole smantellare la legge sull’aborto, autorizzandolo solo in caso di stupro, di rischio per la salute fisica o psichica della donna e di gravi anomalie del feto, anche l’Italia si mobilita: obiettivo è costruire una rete in tutto il territorio nazionale affinché si tenga alta l’attenzione sul diritto alla salute delle donne e sulla libertà di scelta. L’attacco alle donne spagnole non è infatti solo una questione nazionale: sotto scacco sono tutte le donne europee, basti pensare che il 10 dicembre scorso il Parlamento europeo ha bocciato la “Risoluzione Estrela” che chiedeva che l’aborto fosse legale e sicuro per le donne in tutti i paesi dell’Unione.

Da noi la battaglia si concentra sulla richiesta della piena applicazione della legge conquistata nel 1978. Nel nostro Paese, infatti, il problema non è la legge quanto la sua difficile applicazione, dato il numero elevatissimo di medici obiettori di coscienza – ben 7 su 10 – nel sistema sanitario pubblico. In Italia è una manciata di medici a garantire l’applicazione della 194, i non obiettori sono così pochi che spesso non fanno altro che praticare aborti. Tra 10 anni, quando questa classe medica sarà in pensione, la 194 sarà completamente inapplicabile. (altro…)

Noi che scriviamo non abbiamo conosciuto il dramma dell’aborto clandestino. Siamo nate dopo il 1978, anno in cui fu approvata la legge “Norme per la tutela sociale della maternità e sull’interruzione volontaria della gravidanza”, più nota come 194 o sbrigativamente legge sull’aborto. Quella legge non fu regalata, ma arrivò dopo anni di lotte delle donne venute prima di noi, che sapevano cosa volesse dire abortire nella clandestinità con il rischio concreto di morire. Il risultato politico di quelle lotte è stato ottenere che l’autodeterminazione fosse il punto di forza della 194 e non una concessione; nella legge è previsto che una donna dica: io decido.

Ma cosa succede quando una donna può decidere?

Succede che il patriarcato alza le difese, obbligando la donna a un percorso ad ostacoli, quando va bene; a una via crucis, quando va male. Questa legge è ancora in piedi, ma ha dovuto superare il tentativo di abrogazione attraverso due referendum, e i suoi principi vengono ciclicamente messi in discussione. E’ accaduto in Parlamento nella vicenda sulla procreazione medicalmente assistita, accade ogni giorno negli ospedali italiani in cui obiettano anche i portantini, accade nei consultori con i dissuasori, accade con l’ostruzionismo alla pillola RU486 e perfino alla “pillola del giorno dopo”. (altro…)