pillola giorno dopo


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Oggi la pioggia non ci ha fermato, come annunciato eravamo in Piazza del Popolo a mettere in scena la “via crucis” che una donna si ritrova a fare nel caso in cui decida di interrompere la sua gravidanza.

Una manciata di stazioni che rappresentavano i luoghi dove prova ad andare una donna (rappresentata da una “pupazza” dal vestitino viola) per poter abortire. In ognugno di questi posti risposte a dir poco scoraggianti, arrestano il percorso della “pupazza”, che talvolta si ritrova a dover ricorrere alla clandestinità per poter abortire e spesso con l’esito di un alto rischio di morte.

Durante la performance stampa e curiosi si sono avvicinati per seguire la “processione” della donna in viola  che dalla farmacia al consultorio incessantemente provava a trovare una via legale per poter abortire.

Ringraziamo le donne e le associazioni presenti e che hanno aderito alla campagna per la piena attuazione della 194.

Femministe Nove  e Laboratorio Donnae

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1 marzo 2014

Piazza del Popolo (lato Pincio)

dalle ore 15.00

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siamo anche state intervistate se vuoi ascoltarci vai sul link di radio MFLA

 

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Noi che scriviamo non abbiamo conosciuto il dramma dell’aborto clandestino. Siamo nate dopo il 1978, anno in cui fu approvata la legge “Norme per la tutela sociale della maternità e sull’interruzione volontaria della gravidanza”, più nota come 194 o sbrigativamente legge sull’aborto. Quella legge non fu regalata, ma arrivò dopo anni di lotte delle donne venute prima di noi, che sapevano cosa volesse dire abortire nella clandestinità con il rischio concreto di morire. Il risultato politico di quelle lotte è stato ottenere che l’autodeterminazione fosse il punto di forza della 194 e non una concessione; nella legge è previsto che una donna dica: io decido.

Ma cosa succede quando una donna può decidere?

Succede che il patriarcato alza le difese, obbligando la donna a un percorso ad ostacoli, quando va bene; a una via crucis, quando va male. Questa legge è ancora in piedi, ma ha dovuto superare il tentativo di abrogazione attraverso due referendum, e i suoi principi vengono ciclicamente messi in discussione. E’ accaduto in Parlamento nella vicenda sulla procreazione medicalmente assistita, accade ogni giorno negli ospedali italiani in cui obiettano anche i portantini, accade nei consultori con i dissuasori, accade con l’ostruzionismo alla pillola RU486 e perfino alla “pillola del giorno dopo”. (altro…)